Chirurgia orale

La Chirurgia orale, nota anche come odontostomatologia, dal greco antico odontos (dente) e stoma (bocca), è la specializzazione medica che si occupa di tutte quelle problematiche odontoiatriche per cui si rende necessario un intervento di tipo chirurgico, e include anche l’Implantologia e la Parodontologia.
Tra gli interventi nel campo della Chirurgia orale vi sono operazioni comuni come le estrazioni dentali, ad esempio l’estrazione del dente del giudizio, ma anche interventi più complessi come l’implantologia orale e la devitalizzazione.
Tramite la chirurgia orale, vengono eseguiti anche dei trattamenti parodontali per quelle patologie infiammatorie che colpiscono il tessuto di sostegno del dente, come il curettage (ossia il procedimento di rimozione del tartaro o della placca dalla parete orale al di sotto della gengiva) o la levigatura delle radici a cielo aperto o, ancora, interventi per l’aumento dello spessore osseo, innesti gengivali, rimozione di cisti dentali o tumori del cavo orale.
Il chirurgo orale, si occupa ad esempio di: estrazioni dentarie, asportazione di cisti gengivali, ricostruzione dell’osso mascellare, innesto osseo dentale, ricostruzione delle gengive, interventi di estetica dentale, implantologia dentale senza osso, protesi dentali.
Gli interventi chirurgici odontoiatrici vengono classificati in base alle diverse funzioni orali che devono ripristinare:
Con l’uso di nuove tecnologie sempre meno invasive, sia nella fase intraoperatoria che post operatoria, la chirurgia orale è riuscita a ridurre i tempi dell’intervento, permettendo un decorso rapido, se associato a terapie capaci di controllare il dolore in maniera eccellente.

In cosa consiste l’estrazione di un dente?

L’estrazione dentale è anche detta, in gergo tecnico, avulsione. Consiste nella rimozione del dente dalla sua sede naturale, detta alveolo. Per estrarre un dente il dentista usa degli strumenti di tipo meccanico, previa somministrazione di un’anestesia topica. L’estrazione avviene solitamente in modo delicato e non traumatico, lungo l’asse verticale del dente stesso. Estrarre il dente “verticalmente” consente di preservare l’osso sottostante nella sua integrità. Dopo l’estrazione dentale, è possibile provare un po’ di fastidio e di dolore, trattabile farmacologicamente con l’assunzione di antidolorifici e superabile in due o tre giorni.

L’estrazione del dente del giudizio

A proposito di interventi di chirurgia orale e di estrazioni dentali, conviene spendere due parole sull’estrazione del dente del giudizio. Il dente del giudizio può erompere il posizione scorretta, “spingendo” gli altri denti e generando una spiacevole sensazione di dolore ed infiammazione.
Per disodontiasi si intende proprio il disallineamento rispetto agli altri denti, mentre per pericoronite si intende l’infiammazione ed il dolore intermittente causato dal dente del giudizio che “spinge” per erompere. A seconda della situazione peculiare del paziente, che sarà opportunamente valutata dal dentista attraverso un’accurata visita e grazie all’osservazione della panoramica dentale, sarà possibile definire le caratteristiche dell’intervento di chirurgia estrattiva.
Ad ogni modo, l’estrazione del dente del giudizio non è un intervento inaffrontabile, né da temere. Esso si esegue sempre in anestesia locale e, ove necessario, in sedazione cosciente. Inoltre, il dentista che eseguirà l’intervento si occuperà altresì di indicare quali farmaci antidolorifici ed antibiotici assumere nel post intervento.
La chirurgia ossea ha lo scopo di preparare l’osso all’esecuzione di un impianto dentale. Prima di eseguire un intervento di impianto dentale, il dentista valuta infatti sia la quantità che la qualità dell’osso sottostante. Può capitare che, a causa dello stato di salute della bocca, della perdita pregressa dei denti oppure dell’avanzare della malattia pardodontale, si venga a creare una situazione nota come “atrofia ossea”. Ciò significa che l’osso non è sufficiente eseguire un impianto dentale, in termini di spessore, larghezza e qualità. Fortunatamente, non si tratta di una situazione irreversibile. La chirurgia ossea consente di ripristinare la quantità di osso necessaria per eseguire successivamente l’intervento di implantologia dentale. L’esperto di chirurgia ossea a Lecce si occuperà dunque di eseguire degli incrementi ossei, in due modi:

Le tecniche di rigenerazione ossea

1. Rigenerazione ossea guidata: si esegue tramite un innesto osseo autologo (del paziente stesso) o tramite l’uso di materiali biocompatibili capaci di promuovere la formazione di nuovo osso. Dopo circa sei mesi un anno, l’osso si sarà rigenerato aumentando di volume e sarà possibile eseguire l’intervento di impianto dentale.
2. Espansione di cresta: nota anche come Split Crest, questa tecnica consente di eseguire contestualmente anche l’intervento di implantologia, naturalmente previa anestesia locale e sedazione cosciente;
3. Innesto a blocco: grazie a questa tecnica, l’esperto di chirurgia orale a Lecce potrà ottenere un significativo spessore delle creste dentali anche nel caso di atrofie ossee particolarmente marcate;
4. Innesto del seno mascellare: il seno mascellare è uno dei quattro seni mascellari. Quando si verifica la perdita dei denti posteriori dell’arcata superiore, lo spessore osseo ne risulta compromesso. E’ per questo che si esegue, contestualmente all’impianto, un intervento volto ad ottenere un incremento osseo, così da ricavarne una base solida per l’impianto stesso.

Innesto gengivale

Al fine di potersi sottoporre ad un intervento di implantologia dentale, è fondamentale non solo disporre di un struttura ossea adeguata, ma anche di una struttura gengivale adeguata. Può capitare che il paziente presenti una recessione gengivale particolarmente importante, dovuta a patologie del cavo orale oppure più semplicemente all’invecchiamento. In questo caso si esegue un innesto di tessuto gengivale propedeutico, proprio come gli interventi di rigenerazione ossea sopra descritti, all’esecuzione del successivo impianto dentale.
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